IL CONTROLLO DELLE EMOZIONI

IL CONTROLLO DELLE EMOZIONI

Le emozioni sono dei cambiamenti bio-chimici del nostro corpo, che vengono avvertiti provocando uno stato di benessere o malessere.

Costantemente proviamo queste emozioni, spesso di lieve intensità o al contrario di elevata intensità. Del resto la classificazione delle emozioni può comportare emozioni piacevoli o sgradevoli. Su tali basi, credo che sia giusto provare emozioni sgradevoli poiché altrimenti non si potrebbero gustare quelle sgradevoli. Quotidianamente, ognuno di noi prova un’ampia gamma di affetti che hanno una lieve intensità, pensiamo alla gioia di vedere una persona amata, all’ansia di guidare in mezzo al traffico, alla curiosità di sapere le novità della vita sentimentale di un nostro amico. 
Queste emozioni non sono degli ostacoli ma, al contrario, forniscono degli stimoli per vivere, ci invogliano a mettere a punto delle strategie più adeguate per raggiungere degli obiettivi. 
Ad esempio, possiamo organizzare meglio i nostri impegni per dedicare più tempo al partner, possiamo scegliere la strada meno trafficata o orari più tranquilli per percorrere dei tragitti.
Un discorso diverso vale per le emozioni molto intense, quali l’angoscia, il terrore, che ci obbligano ad interrompere bruscamente i nostri piani. A volte questo può essere vantaggioso.

Per molto tempo le emozioni sono state assimilate alla parte irrazionale dell’essere umano, a quel lato della persona difficile da controllare, che improvvisamente prende il sopravvento impedendoci di valutare secondo logica gli eventi e di perseguire in modo pianificato i nostri obiettivi.
In realtà le emozioni sono costantemente presenti nella nostra vita ed in genere le sappiamo usare in modo costruttivo.
Innanzi tutto è necessario prendere in considerazione l’intensità dell’emozione.

Per riuscire a controllare le emozioni, anziché vivere in balia di esse, è molto importante la valutazione che ne diamo. Il provare un’emozione è indicativo che qualcosa di importante, nell’ambiente o nei rapporti con gli altri, è cambiato.
1) Bisogna prima di tutto prendere in considerazione qual è l’evento che origina in noi un’emozione. Siamo spaventati, cos’è stato a farci paura? Siamo eccitati, cosa abbiamo in programma di fare?
2) In secondo luogo si deve pensare alla causa, ad esempio cosa ci fa paura. Siamo molto timidi e detestiamo avviare una conversazione con uno sconosciuto? Siamo molto riservati e troviamo irritante il vicino di casa curioso? Siamo ansiosi e ci agitiamo quando i nostri familiari tardano a rientrare a casa?
3) Infine, si dovrebbe riflettere su qual è la nostra modalità di reagire agli stimoli, come le nostre emozioni sono ascoltate e controllate.
Questo è il compito più difficile perché richiede delle capacità introspettive, la sincera voglia di conoscerci e abbandonare la tendenza presente in ognuno di noi ad incolpare gli altri o le circostanze del nostro malessere. Osservandoci attentamente possiamo capire qual è il nostro stile nell’affrontare le varie situazioni della vita, come rispondiamo ad esse attraverso

4) Occorre rendersi conto che forse è una percezione della realtà distorta e che non è l’evento o la persona che ci crea l’emozione, ma semplicemente il significato che in modo soggettivo stiamo dando a tale evento. Gli esseri umani tendono ad ingigantire quanto gli accade.

Ognuno di noi può imparare a conoscere e controllare le emozioni imparando ad ascoltarsi. Bisogna quindi adottare un processo razionale per controllare un’emozione poco positiva, un processo cognitivo. Una volta comprese quali sono le reazioni inadeguate alle situazioni possiamo impegnarci per cambiarle. La capacità di controllare le nostre emozioni e non vivere in balia di esse indica che siamo persone attive in grado di portare a compimento dei progetti, trarre vantaggi da ciò che ci circonda o, per lo meno, di subirne i danni minori.
Controllare le emozioni ci permette di manifestare agli altri come ci sentiamo dentro e di farlo in modo adeguato alla situazione e secondo le modalità previste dalla nostra cultura di appartenenza e dall’educazione.

Certo che molto più impegnativo controllare emozioni negative che quelle positive. Ma spesso anche le emozioni positive vanno controllate, uno stato euforico eccessivo può spingerci a compiere atti inadeguati. Occorre quindi un certo equilibrio.

 Le emozioni si definiscono come delle reazioni, di breve intensità, che insorgono all’improvviso, in risposta a degli stimoli esterni che per un qualunque motivo ci colpiscono. Ad esempio, possiamo considerare emozione l’attrazione che proviamo alla vista di una bella macchina, ma appena la macchina si allontana da noi, la nostra reazione emotiva si attenua.La differenza che le contraddistinguono dai sentimenti è che questi ultimi non dipendono da uno stimolo esterno ma dai nostri interessi, dai nostri valori, dalle influenze del nostro contesto culturale. I sentimenti persistono nel tempo, indipendentemente dalla presenza vicino a noi dello stimolo. In sintesi le emozioni sono di breve durata, i sentimenti di lunga durata.Gli psicologi hanno diviso le emozioni in primarie e complesse. 
Le emozioni primarie sono sette: la paura, la rabbia, la tristezza, l’accettazione, il disgusto, l’attesa e la sorpresa. Dalle combinazione di queste sette emozioni derivano quelle complesse.
Ma a cosa servono le emozioni? L’utilità delle emozioni consiste nel permetterci di:

  1. valutare nell’immediato se uno stimolo ci sorprende, ci piace oppure no, se può esserci utile o dannoso
  2. valutare se siamo in grado di affrontare quello stimolo innanzi a noi o è meglio allontanarsi da esso ( ci prepara alla lotta o alla fuga)
  3. spingerci all’azione
  4. preservare l’integrità fisica del nostro corpo, ad esempio quando proviamo paura
  5. capire se siamo sulla strada giusta o meno nel raggiungimento di ciò che vogliamo ottenere

Le emozioni, quando compaiono in noi, provocano una serie di reazioni a livello

  1. Le risposte somatiche possono essere direttamente osservate e consistono nell’arrossire, tremare, sudare, respirare più velocemente, la pupilla può cambiare le sue dimensioni di dilatazione, pertanto avviene un cambiamento chimico nel nostro corpo, che viene avvertito
  2. Le risposte vegetative, al contrario, possono essere misurate solo con apparecchiature speciali e consistono in accelerazioni del battito cardiaco, aumento della pressione, alterazioni nella salivazione, nella secrezione da parte delle ghiandole, della conduttanza cutanea
  3. A livello psicologico, una persona molto emozionata riduce la capacità di autocontrollo, di ragionare in modo logico e critico. Le persone esprimono inoltre le emozioni attraverso la mimica del volto, la postura del corpo ed il linguaggio

Ognuno di noi ha un modo del tutto personale di reagire agli eventi, anche in relazione alla personalità ed alle esperienze di vita ed alle proprie credenze. Molto spesso tratteniamo le nostre emozioni, evitando di comunicarle, per paura di essere criticati, e molto spesso proviamo delle emozioni perché pensiamo di non essere accettati (esempio del timido). Niente di più sbagliato. Questa forza che cresce dentro di noi, bisogna manifestarla, senza pensare a cosa pensano gli altri, ciò è una trappola che ci creiamo noi stessi. Con ciò voglio dirti che è meglio apparire ciò che si è, piuttosto che ciò che non si è, in quest’ultimo caso sarei un falso, con me stesso e gli altri. Libera quindi tutte le emozioni, si quello che sei, e vedrai come gli altri ti apprezzeranno.